Pochi giorni fa sono stato invitato a Murazzano, Cuneo, in veste di rappresentante e fumettista di Canicola, il mio editore di Bologna che si occupa di un certo tipo di fumetto di ricerca… che significa che noi della scuderia siamo quei fumettisti che non conosce nessuno perché facciamo le cose più strane e pazze.

Io per esempio scrivo e disegno i miei fumetti da solo, a matita, senza china, e le mie storie parlano di ragazzi giovanissimi verso la fine dei ‘90, che erano i miei anni dell’adolescenza, e li racconto per come me li ricordo, un gran casino di cose normali che si intrecciano e finiscono per sembrare straordinarie solo a chi c’era.

Forse è per questo che il mio editore ha deciso di farmi rappresentante e propormi per tenere un breve laboratorio sulle possibilità narrative del fumetto in collaborazione con i ragazzi del progetto “Cultura in Movimento”.

Prima di iniziare ho parlato un po’ con Alberto, che mi ha spiegato le criticità e le difficoltà del contesto in cui avrei dovuto agire e la natura del progetto stesso, un’iniziativa che più che lodevole mi pare assolutamente necessaria, soprattutto per la vocazione pragmatica alla risoluzione dei problemi, indipendentemente dalla loro natura.

Tenere un corso di disegnini di 3 ore in un giorno d’estate è una cosa ambiziosa, specie se chi se lo deve “subire” sono dei ragazzi nella fascia di età 14-18 nel giorno del instawedding dei Ferragnez… (°-°) Il gruppone di circa 20 ragazzi e ragazze -sebbene in realtà i gruppi fossero due: uno indigeno di Murazzano e un dream-team di ospiti del Cinema Vecchio – mi è parso coeso e partecipativo oltre le aspettative.

Ho proposto ai ragazzi di realizzare 1-2 pagine di una storia sulla loro vita, sulle loro routine, di raccontare la loro “normalità”, ma senza badare al disegno -ché ovviamente in 3 ore non può diventare dei Michelangeli- quindi usando alcuni stratagemmi e scorciatoie.

Chiaro è che dopo due ore a disegnare in un salone l’attenzione e l’interesse sia calato fisiologicamente, ma era preventivato, ed è stato bello ed interessante anche posare le matite sudate e confrontarsi anche solo chiacchierando.

Concludo queste righe salutando e ringraziando tutti per l’esperienza e ribadendo l’importanza del progetto “Cultura in Movimento”, uno strumento concreto a disposizione dei ragazzi e del loro tempo.

A presto, ciao.

Paolo