I Muri di Montà

Tra Giugno e Luglio siamo stati a Montà d’Alba, con le ragazzi, i ragazzi, le operatrici e gli operatori dell’Estate Medie organizzato dall’associazione AMontà. Con loro siamo partitI dal farci raccontare i loro luoghi più significativi della città, posti da loro frequentati, dove trascorrono buona parte del loro tempo e nei quali si esprimono, crescono, tessono relazioni e vivono la loro comunità.
Nel raccontarci di questi luoghi e delle loro Storie legate ad essi, sono emersi dei Temi, degli spunti di riflessione, su cui abbiamo discusso e che, i ragazzi e le ragazze, hanno approfondito e rielaborato. Ed è così che nel raccontarci dei PILONI è emerso che ci sono riti che si portano avanti da anni, come il campeggio estivo e il mantenimento di una “diga”; nel parlare del CAMPETTO e dell’ORATORIO, abbiamo ragionato sul fatto che ci sono luoghi che vengono vissuti come delle tane, luoghi sicuri in cui nascondersi e in cui sentirsi come a casa; luoghi come “il 24ore” eletto come luogo dell’incontrarsi, in cui generazioni di ragazzi si trovano senza neanche darsi appuntamento e dal quale “inizia il viaggio” verso nuove avventure; avventure come quelle narrate attraverso il racconto del CASTELLO.
Il montaggio di tutte queste loro voci, ha portato all’elaborazione di 6 podcast per 6 luoghi/temi (5 dei ragazzi + 1 degli operatori) e un Murales che ha rappresentato la mappa di tutti i luoghi narrati.

Se per un attimo ci stacchiamo dalla fuorviante retorica del “legale o illegale” vediamo come le nostre città, i nostri territori siano pieni di scritte, di insegne, di manifesti sui muri, insomma viviamo immersi nei segni, nelle comunicazioni, nelle pubblicità, nelle tracce, insomma se ci pensiamo onestamente, lo scrivere sui muri è un’attività umana quasi fondamentale….e quindi cosa significa scrivere sui muri? perchè e come lo facciamo? e soprattutto a chi appartengono i muri delle nostre città?

Con Cultura in movimento abbiamo scoperto che a Montà esiste una sorta di tradizione, i muri interni del campo sportivo (e quindi ahinoi visibili solo per chi è dentro la struttura)sono disegnati da qualche anno da ragazzi e ragazze, raccontano storie di progetti estivi, di feste di leva, di avvenimenti comunitari dal loro punto di vista….

Ci siamo immersi in questa “narrazione” portando il nostro leit motiv “..Non esistono mappe ufficiali realizzate da bambini/e, ragazzi/e e giovani..” e lo abbiamo collegato alle domande espresse precedentemente sulla comunicazione murale…e quindi è partita la nostra inchiesta pedagogica, che lontana da numeri e raccolta di dati è fatta di incontri, di giochi, di chiacchiere, di laboratori, di relazioni insomma….

..arriviamo quindi a costruire un disegno fisico e sociale… I luoghi ci vengono presentati dai partecipanti per la loro funzione aggregativa e di comunità. La mappa è collettiva e quindi permette un dibattito sul fatto che si tratta di luoghi dove avviene e si esercita la vita in comune… Arriviamo così ad avere una visione della comunità da parte dei giovani cittadini…

Ci aggiungiamo un particolare per noi di non poco conto, la Voce, le loro parole, i loro toni e le loro espressioni, li aggiungiamo perchè sarebbe bello che tutta questa “bella moda” (e non siamo polemici) di far raccontare i ragazzi/e aspetti della loro vita ci permetta di fare il passaggio più importante, quello successivo, quello di mettersi in reale ascolto, in onesto dialogo con le Storie e i Temi che emergono, per poter fare il salto di POLIS, per far si che il muro di Montà si giri dal campo sportivo alla strada e alla piazza….